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Sostegno adolescenziale

Si rende necessario, nei ragazzi che stanno attraversando fasi  critiche che possono ostacolare il percorso di crescita (autolesionismo, bullismo, difficoltà relazionali  rifiuto scolastico, comportamenti devianti, ansie, ossessioni, fobie,  “cutting”…) ;
è fondamentale offrire loro ascolto attivo,  in un ambiente protetto e non giudicante che possa accompagnare quel momento complesso. L’adolescenza è un periodo molto delicato, 
il percorso di sostegno va a supportare il giovane nella comprensione e nella gestione  delle proprie emozioni, nell’attivazione opportuna delle risorse personali, per trovare risposte ai propri bisogni e affrontare le varie problematiche relative al suo momento di vita. 
Si contemplano anche incontri che possano fruire  della presenza genitoriale (prima pattuiti con lui),  per condividere e affrontare con la mia regia, alcuni punti nodali, senza rompere il rapporto di fiducia con il ragazzo, ma con l’idea di trovare attraverso questi saltuari colloqui,
quei compromessi opportuni, per meglio proseguire piano piano, nello scambio reciproco delle parti, verso un ritrovato benessere di lui e di tutta la famiglia.

Si contemplano nella fase iniziale del percorso almeno due incontri genitoriali, senza la presenza del ragazzo in modo da conoscerlo attraverso il racconto di mamma e papà.

Un terzo incontro di confronto con i genitori e il ragazzo.

Dal quarto in poi convocazioni a lui in individuale e al bisogno con le figure parentali.

Età evolutiva

“Centri Mara Selvini per la cura del bambino “
Son un membro del centro, opero su Parma.

Sono specializzata nella diagnosi e nel trattamento del disagio infantile, mi occupo di supportare i bambini nella crescita e nel superamento delle loro difficoltà di sviluppo. 
La collaborazione con i genitori è essenziale per comprendere la sofferenza dei piccoli, così talvolta incapaci di raccontarsi …

ma così abili a far capire all’esperto, attraverso sintomi e comportamenti, i loro bisogni inespressi.
Formando un’alleanza con i genitori, cerco di favorire un processo riparativo che permetta di superare i sintomi e la sofferenza dei piccoli, risolvendo il disagio familiare attraverso la comprensione della storia di ciascuno.
La psicopatologia del bambino e del pre-adolescente,
 raccoglie molteplici sintomi che vanno “dotati di senso”, ricollocati all’interno di un sistema familiare, in una determinata fase del ciclo di vita.
Non solo il bambino ovviamente, ma tutta la famiglia deve essere accolta e compresa nella sua sofferenza, e aiutata a decodificare il malessere che i più piccoli tipicamente manifestano… attraverso disturbi emotivi, comportamentali, somatici e relazionali.
Gli incontri possono avere vari formati e convocazioni individuali, familiari o genitoriali. 
Le sedute potrebbero essere registrate, per rivederne con la coppia dei genitori,  alcuni passaggi topici, utili alla comprensione del sintomo del piccolo e del significato che si porta, e produrre nuove comprensioni e competenze.
  Il rapporto è naturalmente coperto dal segreto professionale.

Terapia sistemico
relazionale-familiare

Viene chiamata Terapia Familiare quella branca della psicoterapia che punta anche sulle risorse dei familiari per affrontare la sofferenza psichica.
La mia specializzazione quadriennale in psicoterapia sistemica presso la 
“Scuola di Specializzazione Sistemico Relazionale Mara Selvini-Milano”,   
approccia il problema, 
basandosi  sulla collaborazione di tutta la famiglia (genitori e figli) in una consultazione finalizzata alla comprensione delle origini della sofferenza che si manifesta nel comportamento disturbato del/dei figlio/i, o di altri membri.
Sono a disposizione per famiglie che siano portatrici  all’interno  del loro nucleo , di disagi relazionali o familiari, che ancora operano in forma disfunzionale attraverso taluni dei soggetti, creando sofferenza a tutto il clan.
Il mio operato psicologico verte  sull’accoglienza del disagio e dei bisogni attuali, in un confronto reciproco anche su trame trascorse, per arrivare alla definizione del problema, all'individuazione delle risorse presenti,
al sostegno per il cambiamento.
Le convocazioni possono essere a vario formato, anche se è possibile prediligere necessariamente spesso tutti i membri della famiglia, affinché il nucleo completo possa risuonare nel percorso da me proposto, e trovare insieme nuove risorse relazionali e camminare ex novo, verso una  migliore qualità del loro stare insieme in famiglia.

Terapia di Coppia 
“Gottman Method”

Da diversi anni, son formata con questo approccio terapeutico “Gottman Method”, 
esso paragona la relazione di coppia ad una casa, che deve necessariamente avere dei fondamentali detti “mappe dell’amore, per resistere alle sfide della vita amorosa.
I piani di consapevolezza sui quali portare attenzione sono :
 la conoscenza del mondo interiore del partner;
le necessità, i valori, i sogni del passato, presente e futuro, le priorità, i fattori stressanti.
Il  “condividere tenerezza e ammirazione”, ovvero la capacità di mostrare affetto e rispetto reciproco con parole e gesti, come “volgersi l’uno verso l’altro (avvicinarsi anziché allontanarsi)”, ovvero il saper manifestare costante interesse per il proprio partner attraverso piccoli gesti quotidiani reciproci e il riconoscere i tentativi di “connessione” da parte del partner.
Importante avere una “prospettiva positiva”, ovvero la capacità della coppia di far prevalere i sentimenti positivi a quelli negativi anche in condizioni di conflitto.  La prospettiva positiva comporta il saper accettare gli errori occasionali del proprio partner inserendoli in un quadro più ampio contraddistinto anche dagli aspetti positivi che il partner manifesta in altre circostanze.
Anche la gestione dei conflitti è un’ abilità specifica;
si può mettere  attenzione al modo in cui si comunica il proprio disagio, e dare spazio alle proposte del partner durante la ricerca di un compromesso, così come sperimentare la capacità di riparare o disinnescare una lite, o ricorrere a strategie di autorilassamento per abbassare il livello di attivazione. 
Necessario provare a realizzare  i propri sogni di vita: i partner devono imparare a sostenersi e a rispettare i reciproci sogni; questo aspetto è la base per sbloccare lo stallo della coppia così come  “creare significati condivisi”: 
i partner devono saper comunicare i propri valori e le proprie credenze. 
C’è un significato nel modo in cui i partner danno un senso alle cose e agli eventi delle loro vite; ciò che ognuno porta nella relazione è fonte di ricchezza per la coppia ed è importante trovare un sistema di ascolto reciproco nei significati condivisi. 
I muri portanti sono: impegno, ovvero la lealtà, la convinzione che la relazione con il partner rappresenti, nel bene e nel male, il percorso per il resto della vita; e fiducia, ovvero la consapevolezza che il partner agisce con l’intento di massimizzare i nostri benefici e non solo i propri e che ciascun partner ci sarà per l’altro nel modo migliore possibile.
Aiuterò  la coppia a definire a che punto si trovano nei diversi livelli della casa della relazione solida, ragioneremo su come capire le aree di debolezza e nel percorso proposto, metteremo  a fuoco gli obiettivi da raggiungere. 
Il lavoro poi si focalizzerà sulle emozioni, sull’incremento delle abilità di gestione dei conflitti, sullo sviluppo di nuove capacità che incrementino l’amicizia nella coppia e sulla creazione di un' amorevole condivisione, che li porti a riprendere quel cammino d’amore, un tempo interrotto ed ora, ripristinato.

“Self Compassion Therapist“

Son formata in “Compassion Focused Therapy” , 
ulteriore qualifica professionale, acquisita in febb 2024;
un approccio al paziente,  nato dagli studi evoluzionistici e di teoria della mente del prof Paul Gilbert.
Quando si parla di Compassione in psicoterapia,  si fa riferimento nello specifico, 
al guardare  Se stessi e gli altri con un atteggiamento di cura, accoglienza e gentilezza, “in primis” . 
Un atteggiamento di fronte al Se’ e alle proprie vulnerabilità, che punti principalmente a scardinare abitudini di pensiero autocritico che “di default”, si innesca nella mente, e che arriva a colpirci duramente 
invalidando, e pregiudicando spesso le nostre idee, i  pensieri e le nostre azioni, 
senza margini di risoluzione  (Se’critico).
Accettarsi, significa un nuovo modo di curarsi di se e di volersi bene …
Significa mettersi  in ascolto  delle  proprie vulnerabilità,  prendersi in carico della fatica, che costa essere… ciò che siamo!
L’ascolto e il non giudizio, di avere nei nostri confronti, il primo sguardo amorevole… nonostante l’eventuale errore, nonostante gli sbagli, e i processi di disistima e autocritica, aiuta ad avere un incedere più morbidi nei nostri confronti e più compassionevole, appunto.
E’,  il  “cercare di stare dalla propria parte “, in alleanza con Se’ stessi,  quando il mondo sembra remarci contro inesorabilmente .
L’atteggiamento clinico e’ di far conoscere al paziente il proprio “Se’ compassionevole” , che deve essere curato, accolto, fatto crescere e amato.
Questa amorevolezza verso Se stessi e verso gl’altri,
sta diventando sempre più centrale negl’approcci clinici  delle psicoterapie di terza generazione:
ne distinguiamo appunto la “ Compassion Focused Therapy e la Mindfull Self Compassion”, approcci al paziente che sento anche tanto utili funzionali e appassionanti, nel  mio operare clinico. 
La self-compassion come scrivevo, è una abilità che può essere sviluppata da chiunque, ed è un potente strumento per gestire lo stress, l'ansia e altre difficili emozioni: e’ stare con 
se stessi con la stessa gentilezza e cura che si estenderebbe alle persone care in difficoltà . 
Implica anche la consapevolezza che ognuno sperimenta sfide nella vita e che non si è soli mai, nei propri disagi. 
C'è un crescente corpo di evidenze che suggerisce che la self-compassion sia associata a un maggiore benessere psicologico, 
a una minore ansia e depressione, ad un ripristinato benessere mentale .
Quindi, se stai cercando un modo per migliorare il tuo umore e il tuo benessere vitale, la self-compassion potrebbe essere un aspetto da prendere in considerazione: faremo un viaggio insieme verso un nuovo modo accogliente di stare “ in compagnia di noi stessi “.

Consulenza nella Sessualità

Ho completato il Training in Consulenza e Terapia Sessuale presso il “Centro Panta Rei, prof. Caruso”
Questa ulteriore specialistica mi permette di porre il focus e approfondire
 disfunzioni e tematiche inerenti l’intimità  della coppia, presenti spesso come ricaduta secondaria, ad una già presente dinamica conflittuale.
E’ questo spesso un fenomeno spia, 
che risulta importante indagare attraverso l’ascolto e il sostegno emotivo della coppia in difficoltà.
Il terapeuta mette a disposizione l’informazione specialistica  e le riflessioni che vengono dal confronto con la  persona o con entrambi i membri della diade,
 che sperimenta una condizione di disagio o di malessere connessa all'attività sessuale, 
o
che soffra di una disfunzione 

che necessiti di informazioni sui funzionamenti.
La consulenza sessuale è solitamente una modalità di intervento relativamente breve,  che avviene nel rispetto della privacy e del segreto professionale, 
delle diversità e dell’altro/a, in un contesto libero da pregiudizi.
E’ uno spazio di ascolto e sostegno emotivo, informazione e riflessione che viene messo dal terapeuta a disposizione della persona che ne fa richiesta. 
Son perfezionata professionalmente a lavorare non solo per la coppia adulta:
già dall’adolescenza fino alla terza età,
può essere utile confrontarsi per sciogliere temi legati agl'organi sessuali e/o farlo  anche in certi periodi/condizioni particolari della vita (gravidanza e puerperio, menopausa, operazioni chirurgiche, interruzioni di gravidanza, violenze sessuali, coming out, omosessualità, fecondazione assistita…) può essere necessario, al fine di tornare a vivere una vita che soddisfi anche quella sfera.
Il mio scopo è di raccogliere, significare, e se possibile risolvere partendo dal conflitto emozionale comunicazione pregresso, … 
ed - o eventualmente indirizzare la domanda sessuologica portata dalla persona o dalla coppia.
Dare un significato al disagio/sintomo portato, fare un’adeguata diagnosi, fornire all’individuo o alla coppia elementi o informazioni che possano far vivere meglio la propria sessualità, e
se necessario orientarli verso specialisti (ginecologo/a-andrologo/a, struttura specializzata) 
per un adeguato percorso successivo, di terapia sessuologica.
Sempre nell’ottica che amare “deve far star bene“, la coppia in amore deve gioire,

non soffrire, risolvere e capire.

Sostegno adolescenziale

Si rende necessario, nei ragazzi che stanno attraversando fasi  critiche che possono ostacolare il percorso di crescita (autolesionismo, bullismo, difficoltà relazionali  rifiuto scolastico, comportamenti devianti, ansie, ossessioni, fobie,  “cutting”…) ;
è fondamentale offrire loro ascolto attivo,  in un ambiente protetto e non giudicante che possa accompagnare quel momento complesso. L’adolescenza è un periodo molto delicato, 
il percorso di sostegno va a supportare il giovane nella comprensione e nella gestione  delle proprie emozioni, nell’attivazione opportuna delle risorse personali, per trovare risposte ai propri bisogni e affrontare le varie problematiche relative al suo momento di vita. 
Si contemplano anche incontri che possano fruire  della presenza genitoriale (prima pattuiti con lui),  per condividere e affrontare con la mia regia, alcuni punti nodali, senza rompere il rapporto di fiducia con il ragazzo, ma con l’idea di trovare attraverso questi saltuari colloqui,
quei compromessi opportuni, per meglio proseguire piano piano, nello scambio reciproco delle parti, verso un ritrovato benessere di lui e di tutta la famiglia.

Si contemplano nella fase iniziale del percorso almeno due incontri genitoriali, senza la presenza del ragazzo in modo da conoscerlo attraverso il racconto di mamma e papà.

Un terzo incontro di confronto con i genitori e il ragazzo.

Dal quarto in poi convocazioni a lui in individuale e al bisogno con le figure parentali.

Età evolutiva

“Centri Mara Selvini per la cura del bambino “
Son un membro del centro, opero su Parma.

Sono specializzata nella diagnosi e nel trattamento del disagio infantile, mi occupo di supportare i bambini nella crescita e nel superamento delle loro difficoltà di sviluppo. 
La collaborazione con i genitori è essenziale per comprendere la sofferenza dei piccoli, così talvolta incapaci di raccontarsi …

ma così abili a far capire all’esperto, attraverso sintomi e comportamenti, i loro bisogni inespressi.
Formando un’alleanza con i genitori, cerco di favorire un processo riparativo che permetta di superare i sintomi e la sofferenza dei piccoli, risolvendo il disagio familiare attraverso la comprensione della storia di ciascuno.
La psicopatologia del bambino e del pre-adolescente,
 raccoglie molteplici sintomi che vanno “dotati di senso”, ricollocati all’interno di un sistema familiare, in una determinata fase del ciclo di vita.
Non solo il bambino ovviamente, ma tutta la famiglia deve essere accolta e compresa nella sua sofferenza, e aiutata a decodificare il malessere che i più piccoli tipicamente manifestano… attraverso disturbi emotivi, comportamentali, somatici e relazionali.
Gli incontri possono avere vari formati e convocazioni individuali, familiari o genitoriali. 
Le sedute potrebbero essere registrate, per rivederne con la coppia dei genitori,  alcuni passaggi topici, utili alla comprensione del sintomo del piccolo e del significato che si porta, e produrre nuove comprensioni e competenze.
  Il rapporto è naturalmente coperto dal segreto professionale.

Terapia sistemico
relazionale-familiare

Viene chiamata Terapia Familiare quella branca della psicoterapia che punta anche sulle risorse dei familiari per affrontare la sofferenza psichica.
La mia specializzazione quadriennale in psicoterapia sistemica presso la 
“Scuola di Specializzazione Sistemico Relazionale Mara Selvini-Milano”,   
approccia il problema, 
basandosi  sulla collaborazione di tutta la famiglia (genitori e figli) in una consultazione finalizzata alla comprensione delle origini della sofferenza che si manifesta nel comportamento disturbato del/dei figlio/i, o di altri membri.
Sono a disposizione per famiglie che siano portatrici  all’interno  del loro nucleo , di disagi relazionali o familiari, che ancora operano in forma disfunzionale attraverso taluni dei soggetti, creando sofferenza a tutto il clan.
Il mio operato psicologico verte  sull’accoglienza del disagio e dei bisogni attuali, in un confronto reciproco anche su trame trascorse, per arrivare alla definizione del problema, all'individuazione delle risorse presenti,
al sostegno per il cambiamento.
Le convocazioni possono essere a vario formato, anche se è possibile prediligere necessariamente spesso tutti i membri della famiglia, affinché il nucleo completo possa risuonare nel percorso da me proposto, e trovare insieme nuove risorse relazionali e camminare ex novo, verso una  migliore qualità del loro stare insieme in famiglia.

Terapia di Coppia 
“Gottman Method”

Da diversi anni, son formata con questo approccio terapeutico “Gottman Method”, 
esso paragona la relazione di coppia ad una casa, che deve necessariamente avere dei fondamentali detti “mappe dell’amore, per resistere alle sfide della vita amorosa.
I piani di consapevolezza sui quali portare attenzione sono :
 la conoscenza del mondo interiore del partner;
le necessità, i valori, i sogni del passato, presente e futuro, le priorità, i fattori stressanti.
Il  “condividere tenerezza e ammirazione”, ovvero la capacità di mostrare affetto e rispetto reciproco con parole e gesti, come “volgersi l’uno verso l’altro (avvicinarsi anziché allontanarsi)”, ovvero il saper manifestare costante interesse per il proprio partner attraverso piccoli gesti quotidiani reciproci e il riconoscere i tentativi di “connessione” da parte del partner.
Importante avere una “prospettiva positiva”, ovvero la capacità della coppia di far prevalere i sentimenti positivi a quelli negativi anche in condizioni di conflitto.  La prospettiva positiva comporta il saper accettare gli errori occasionali del proprio partner inserendoli in un quadro più ampio contraddistinto anche dagli aspetti positivi che il partner manifesta in altre circostanze.
Anche la gestione dei conflitti è un’ abilità specifica;
si può mettere  attenzione al modo in cui si comunica il proprio disagio, e dare spazio alle proposte del partner durante la ricerca di un compromesso, così come sperimentare la capacità di riparare o disinnescare una lite, o ricorrere a strategie di autorilassamento per abbassare il livello di attivazione. 
Necessario provare a realizzare  i propri sogni di vita: i partner devono imparare a sostenersi e a rispettare i reciproci sogni; questo aspetto è la base per sbloccare lo stallo della coppia così come  “creare significati condivisi”: 
i partner devono saper comunicare i propri valori e le proprie credenze. 
C’è un significato nel modo in cui i partner danno un senso alle cose e agli eventi delle loro vite; ciò che ognuno porta nella relazione è fonte di ricchezza per la coppia ed è importante trovare un sistema di ascolto reciproco nei significati condivisi. 
I muri portanti sono: impegno, ovvero la lealtà, la convinzione che la relazione con il partner rappresenti, nel bene e nel male, il percorso per il resto della vita; e fiducia, ovvero la consapevolezza che il partner agisce con l’intento di massimizzare i nostri benefici e non solo i propri e che ciascun partner ci sarà per l’altro nel modo migliore possibile.
Aiuterò  la coppia a definire a che punto si trovano nei diversi livelli della casa della relazione solida, ragioneremo su come capire le aree di debolezza e nel percorso proposto, metteremo  a fuoco gli obiettivi da raggiungere. 
Il lavoro poi si focalizzerà sulle emozioni, sull’incremento delle abilità di gestione dei conflitti, sullo sviluppo di nuove capacità che incrementino l’amicizia nella coppia e sulla creazione di un' amorevole condivisione, che li porti a riprendere quel cammino d’amore, un tempo interrotto ed ora, ripristinato.

Consulenza nella Sessualità

Ho completato il Training in Consulenza e Terapia Sessuale presso il “Centro Panta Rei, prof. Caruso”
Questa ulteriore specialistica mi permette di porre il focus e approfondire
 disfunzioni e tematiche inerenti l’intimità  della coppia, presenti spesso come ricaduta secondaria, ad una già presente dinamica conflittuale.
E’ questo spesso un fenomeno spia, 
che risulta importante indagare attraverso l’ascolto e il sostegno emotivo della coppia in difficoltà.
Il terapeuta mette a disposizione l’informazione specialistica  e le riflessioni che vengono dal confronto con la  persona o con entrambi i membri della diade,
 che sperimenta una condizione di disagio o di malessere connessa all'attività sessuale, 
o
che soffra di una disfunzione 

che necessiti di informazioni sui funzionamenti.
La consulenza sessuale è solitamente una modalità di intervento relativamente breve,  che avviene nel rispetto della privacy e del segreto professionale, 
delle diversità e dell’altro/a, in un contesto libero da pregiudizi.
E’ uno spazio di ascolto e sostegno emotivo, informazione e riflessione che viene messo dal terapeuta a disposizione della persona che ne fa richiesta. 
Son perfezionata professionalmente a lavorare non solo per la coppia adulta:
già dall’adolescenza fino alla terza età,
può essere utile confrontarsi per sciogliere temi legati agl'organi sessuali e/o farlo  anche in certi periodi/condizioni particolari della vita (gravidanza e puerperio, menopausa, operazioni chirurgiche, interruzioni di gravidanza, violenze sessuali, coming out, omosessualità, fecondazione assistita…) può essere necessario, al fine di tornare a vivere una vita che soddisfi anche quella sfera.
Il mio scopo è di raccogliere, significare, e se possibile risolvere partendo dal conflitto emozionale comunicazione pregresso, … 
ed - o eventualmente indirizzare la domanda sessuologica portata dalla persona o dalla coppia.
Dare un significato al disagio/sintomo portato, fare un’adeguata diagnosi, fornire all’individuo o alla coppia elementi o informazioni che possano far vivere meglio la propria sessualità, e
se necessario orientarli verso specialisti (ginecologo/a-andrologo/a, struttura specializzata) 
per un adeguato percorso successivo, di terapia sessuologica.
Sempre nell’ottica che amare “deve far star bene“, la coppia in amore deve gioire,

non soffrire, risolvere e capire.

“Self Compassion Therapist“

Sono formata in “ Compassion Focused Therapy”, 
ulteriore qualifica professionale, acquisita in febb 2024;
un approccio al paziente,
 nato dagli studi evoluzionistici e di teoria della mente del prof Paul Gilbert.
Quando si parla di Compassione in psicoterapia,
 si fa riferimento nello specifico, 
al guardare Se stessi e gl'altri con un atteggiamento di cura, accoglienza e gentilezza, “in primis”. 
Un atteggiamento di fronte al Se’ e alle proprie vulnerabilità, 
che punti principalmente a scardinare abitudini di pensiero autocritico che “di default”, si innesca nella mente, e che arriva a colpirci duramente 
invalidando, e pregiudicando spesso le nostre idee, i pensieri e le nostre azioni, 
senza margini di risoluzione (Se’ critico).
Accettarsi, significa un nuovo modo di curarsi di se e di volersi bene …
Significa mettersi  in ascolto  delle  proprie vulnerabilità,  prendersi in carico della fatica, che costa essere… ciò che siamo!
L’ascolto e il non giudizio, di avere nei nostri confronti, il primo sguardo amorevole… nonostante l’eventuale errore, nonostante gli sbagli e i processi di disistima e autocritica, aiuta ad avere un incedere più morbidi nei nostri confronti e più compassionevole, appunto.
E’,  il  “cercare di stare “ dalla propria parte, in alleanza con Se’ stessi, quando il mondo sembra remarci contro inesorabilmente.
L’atteggiamento clinico è di far conoscere al paziente il proprio “Se’ compassionevole” , che deve essere curato, accolto, fatto crescere e amato.
Questa amorevolezza verso Se stessi e verso gl’altri ,
sta diventando sempre più centrale negli approcci clinici  delle psicoterapie di terza generazione: ne distinguiamo appunto la

“Compassion Focused Therapy e la Mindfull Self Compassion”, approcci al paziente che sento anche tanto utili funzionali e appassionanti, nel mio operare clinico. 
La self-compassion come scrivevo,
è una abilità che può essere sviluppata da chiunque, ed è un potente strumento per gestire lo stress, l'ansia e altre difficili emozioni: è stare con 
se stessi con la stessa gentilezza e cura che si estenderebbe alle persone care in difficoltà. 
Implica anche la consapevolezza che ognuno sperimenta sfide nella vita e che non si è soli mai, nei propri disagi. 
C'è un crescente corpo di evidenze che suggerisce che la self-compassion sia associata a un maggiore benessere psicologico, 
a una minore ansia e depressione, ad un ripristinato benessere mentale.
Quindi, se stai cercando un modo per migliorare il tuo umore e il tuo benessere vitale, la self-compassion potrebbe essere un aspetto da prendere in considerazione:
faremo un viaggio insieme verso un nuovo modo accogliente di stare “in compagnia di noi stessi“.

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